28 dicembre 2013 – Sito Feltrinelli Point di Messina
E’ un’insegnante. La classica insegnante che non ti scordi, perché segna – positivamente – la tua vita. E così sono in tanti a ricordarla al liceo Seguenza o, ancor prima, al liceo Maurolico.
Oggi, dopo aver lavorato per un lungo periodo a Brescia, e a Roma, e a Firenze, Annamaria Naso vive con i figli a Pisa e insegna in un liceo scientifico. Ma domenica 29 dicembre alle ore 19 sarà al Feltrinelli Pont Messina per presentare il suo primo romanzo, “La chiave di violino“, pubblicato da Agemina Edizioni nella collana “I gialli Agemina”.
Con lei il suo ex allievo Ninni Bruschetta, attore e regista che non ha bisogno di presentazioni (e che in questi giorni sta letteralmente “sbancando”, insieme con gli altri splendidi interpreti messinesi Antonio Alveario e Maurizio Marchetti, e con Pif, Cristiana Capotondi, Claudio Gioé, in “La mafia uccide solo d’estate”).
D’altronde “La chiave di violino” è un giallo che cattura, andato in ristampa meno di un mese dopo la sua pubblicazione, è stato nella classifica Feltrinelli Pisa per più settimane. Il booktrailer è stato l’unico trasmesso su maxischermo al Pisa Book Festival. Tanti i lettori le scrivono chiedendole una “seconda puntata”. Mille i complimenti, grande l’affetto. Una girandola di emozioni che lei racconta, sobriamente, on web.
Nata a Messina, Annamaria Naso si è laureata in Lettere iniziando a insegnare giovanissima. Per anni ha coordinato, come referente del Seguenza, il coro Maurolico-Seguenza, conosciuto in ambito locale e nazionale. Ha coordinato numerosi allestimenti di eventi e spettacoli e promosso incontri con vari autori. Ha iniziato tardivamente la carriera di narratrice, pur avendo maturato una lunga esperienza come scrittrice di articoli di giornale e di storie brevi. Ha collaborato al giornale Nuovo Soldo.
“Presentare il mio libro a Messina, la mia città – confessa l’autrice – è un’emozione davvero particolare. Spero che diventi un’occasione per ritrovarci, un momento gioioso, tra parole e brani musicali”.
Scheda dei lettori del Premio Italo Calvino 2013
E’ scritto in modo scorrevole, preciso ed elegante questo giallo ambientato in una città del Nord Italia, in mezzo a brume e nevicate, che vede il commissario Mara Nicolosi, bella donna di origine siciliana, svolgere le sue indagini con perizia e intelligenza.
Un famoso direttore d’orchestra viene trovato ucciso nella sua sontuosa dimora sul monte della città: le indagini si sviluppano secondo i canoni del giallo di investigazione di consolidata tradizione, alla Agatha Christie o più modernamente alla Patricia Cornwell, per intenderci, con indizi, indagini della polizia scientifica e del medico legale, interrogatori, individuazione dei sospetti, fino alla risoluzione del caso, che nasce ovviamente dall’acume investigativo del commissario Nicolosi.
La storia è plausibile e ben costruita, … la ricostruzione dell’ambiente sociale della città da alcuni indizi potrebbe essere riconducibile a Bergamo, pervasa dal culto del lavoro, del denaro e dell’automobile, per cui tutti, ma in specie i maschi, hanno una cura e un interesse maniacale; ben delineati alcuni dei personaggi che compaiono di volta in volta nella veste di indagati sottoposti a interrogatorio – schizzi veloci, con qualche azzeccata notazione. Gustosa, ma un po’ troppo benevola e ottimistica la ricostruzione dell’ufficio investigativo, in cui si mescolano poliziotti delle più diverse provenienze, che si prendono bonariamente in giro per le rispettive inflessioni dialettali e per costumi regionali. A questo proposito bisogna segnalare l’intercalare di frasi in dialetti diversi, ricostruiti con attenzione e precisione, un gioco linguistico ben condotto, anche se limitato.
Infine il personaggio dell’investigatore, il commissario Mara Nicolosi: come in tutti i gialli che si attengano ai canoni classici la vicenda ruota intorno a lei, alle sue capacità e al suo metodo di lavoro. Vengono tratteggiati piacevolmente gli aspetti salienti del suo carattere, spigoloso e determinato, viene ricostruita sobriamente la sua vicenda personale (niente di straordinario: la storia di una giovane siciliana alla ricerca di autonomia e indipendenza dalla sua città e dalla sua famiglia, borghese e affettuosamente apprensiva, ma anche capace di accettare le scelte personali della figlia), viene delineato con chiarezza il suo procedimento investigativo, intrecciato alle sue abitudini di vita quotidiana. Insomma, un bel personaggio a tutto tondo, che potrebbe diventare senza alcuno sforzo il protagonista di una serie di avventure.
Però queste avventure investigative dovrebbero forse essere meno analitiche, o comunque segnate da maggiori colpi di scena. Oppure, al contrario, dovrebbero spostare il loro focus sulla ricostruzione dell’ambiente sociale in cui si svolgono, forse con meno benevolenza. Mantenendo comunque la capacità, dimostrata, di costruire storie sensate e trame che stanno in piedi.
Il Comitato di Lettura